OGNI GIORNO IL TUO DESTINO CAMBIA

Ogni giorno il tuo destino cambia, cambiano le informazioni che ti formano il pensiero, i sentimenti che ti accarezzano o ti spezzano il cuore. Cambia lo scenario in cui ti poni e ti proponi, cambia il tuo ruolo nella recita infinita della vita: un giorno regista, un'altro protagonista, un'altro ancora semplice comparsa.
C'è il momento del silenzio, assordante x te ma per gli altri solo silenzio; poi ci sono i giorni in cui la rabbia hai voglia di urlarla in faccia al mondo e poi c'è la ragione che analizza, placa e ricompone gli equilibri e si ricomincia da capo.



























































lunedì 31 ottobre 2011

Aspetto.... l'alba...

 

Lontano, sull'orizzonte,
Vedo tuoni e lampi, aspettano solo me.
Cammino lungo la riva dei miei ricordi
cercando la verità del mio tempo.
Ho lasciato impronte indelebili, incancellabili,
segno di una vita passata
a contare gli errori
a piangere per sole illusioni.

Ci sono venti che soffiano forti sulla mia testa,
scuotono ogni mio pensiero.
Si insinuano nell’anima
a frustare una vita spenta.
Sono ferma in un bivio,
sola,
con l'anima sigillata nell'attesa.
Aspetto.... l'alba...

domenica 9 ottobre 2011

A mia madre

(io e mamma quando avevo 4 anni)



“Se un giorno mi vedrai vecchia, se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi … abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo. Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose … non mi interrompere … ascoltami, quando eri piccola dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finche non ti addormentavi. Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare … ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perchè non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico, ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’abc; quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso … dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire ….. la cosa più importante non e’ quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi ascolti. Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi. Quando dico che vorrei essere morta … non arrabbiarti un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive. Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te. Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te. Ti amo figlia mia"
Questo è ciò che ogni vecchio genitore vorrebbe dire ad un figlio ma forse non trova parole per farlo. La vecchiaia porta con se timori e pudori che la giovinezza non può conoscere ma provate ad immaginare queste parole uscire dalle labbra di vostra madre e abbracciatela forte. Anche un abbraccio silenzioso è una dolcissima risposta d’amore e forse lo facciamo troppo poco

domenica 18 settembre 2011

La mia anima di mare

Finalmente sono tornata al mare!

Da troppo tempo non respiravo più i suoi profumi, non mi ricaricavo della sua potenza.

Il mare per me è sempre stato come un richiamo ancestrale, un bisogno prepotente di rientrare in contatto con l'acqua infinita Ultimamente quasi non riuscivo più a sentire la sua voce ma ora eccola di nuovo.

Un sussulto lieve un’ onda lenta che viene da lontano, dal fondo dell’anima…ma la sento.

Forse adesso ce la posso fare!

Devo far risalire la marea che c'è dentro di me, emozione, forza........vita.




Richiami

È il tempo, è la vita che ci dà la forza di guardare sempre avanti
che ci fa vivere di fronte a una speranza e ci crea nuovi orizzonti nel futuro
E’ la libertà della vita che si tramuta in cuore e ci fa gioire.
È il sorriso di un delfino che ci sussurra l'infinito,
il buio dei confini, la luce degli abissi, il mare dell'amore e l'amore del mare.
E’ il canto soave della balena che unisce in se maestosità
e leggerezza ,serenità e timore, potenza e melodia
È l'immagine serena di un beluga che nuota che si fa veicolo
della fantasia, bizzarra, profonda, infinita, reale, sonora...
E’ quel tenace gabbiano che vuole volare, librarsi nel cielo, garrire lontano.
Ali per volare, ali per pensare, ali per viaggiare, ali per nuotare veloce,
ali per accudire il mare, ali blu, ali di manta, ali di pace
e di echi profondi, di spazi grandi e piccoli granelli, di rocce dure ed alghe allegre,
ali per la vita che vibra, che frastorna ….che ci chiama.



   

lunedì 12 settembre 2011

Karma



Karma - parola sanscrita che significa "azione" - è la teoria secondo la quale ad ogni azione corrisponde una reazione di natura similare. Una legge immutabile alla quale tutti noi siamo soggetti: raccogliamo ciò che piantiamo.
 In questo senso la nostra vita è "predestinata": noi stessi creiamo il nostro destino in base ad atti, pensieri e posture mentali passate, e siamo responsabili per noi stessi.
Anche se soggetto a questa legge spirituale, l'essere umano, nel suo accrescimento e sviluppo, sfrutta una libertà di scelta quasi illimitata. 
Questo concetto di Karma porta con sé le affascinanti sfumature del significato essenziale della vita: tutti noi stiamo qui per apprendere lezioni lungo il cammino del perfezionamento, e passiamo per differenti esperienze per poter ottenere quella comprensione che ci permetta l´evoluzione personale.
L'interpretazione karmica della Carta Natale di un individuo ci permette di decifrare il perché la personalità è quasi sempre impregnata di abitudini e tendenze innate, le quali si rivelano come comportamenti  imprigionando l'individuo piú che  liberarlo. Inoltre contribuisce a rivelare il significato della lotta contro tali tendenze, al fine di riscattare una reale libertà di fronte al significato della vita e del "destino".
Il delineamento Karmico é suddiviso in due parti:

1) Il cammino dell´anima, copresenza di passato e futuro;
2) Karma vero e proprio, cioé profilo della personalitá.

Per quanto riguarda il primo, esso consiste nel contenuto piú profondo del subcosciente umano: il "passato" congenito e anteriore a questa vita e che si ripete in questa, ossia il condizionamento che deve essere superato e le lezioni che debbono essere apprese per . realizzarsi (Karma),
ed il "futuro" rappresentato dalle nuove esperienze ancora non tentate, aree di espressione  più elevate da essere raggiunte nella attuale vita .
È il cammino dello sviluppo dell' "anima": l' Uomo non raggiunge il suo futuro se non impara a liberarsi del suo passato, costituendo questo passato le catene della sua prigione karmica. 
Tutto ciò ha a che vedere con il modo con cui viene affrontato e superato il karma negativo e come, allo stesso tempo, vengono create ed accettate le ricompense del karma positivo.
Il profilo della personalitá riguarda:  memoria e abitudini relative ad esperienze passate che non sono ancora state risolte. Queste memorie sono tanto intense che, per la persona, sembrano costituire il presente;
il tipo di contatto che esiste tra la personalità e l'ambiente esterno o Karma Impersonale (secondo la definizione di C.G.Jung): il Karma collettivo, della famiglia, della società in cui viviamo.
 Due fattori sono importanti e debbono essere costantemente analizzati e valutati da parte della persona: il primo é la nozione del proprio senso della vita  come l'individuo vede e reagisce alla Legge del Karma - ossia essere consapevole che raccoglierá cio´che avrá piantato, lavorando in accordo con la Sorte; il secondo fattore é costituito dalle responsabilità dell'individuo come membro di una societá, dagli impegni legati alla filosofia di vita sopra indicata, ed ai mezzi concreti per mettere in pratica questa filosofia.
Bene! detto questo chiudo aggiungendo.....

che si tratti di Karma, di Destino di Fortuna o di Sfiga....è tutta la vita che ci provo ad aggiustarlo in tutti i modi

Ma Cazzo... POSSIBILE CHE NON CI SIA ANCORA RIUSCITA?????!!!!!!!!!


lunedì 22 agosto 2011

il diritto dell’uomo “a ribellarsi alla oppressione ed alla tirannide”!



I "ribelli" libici hanno conquistato Tripoli.

Inevitabile per una pacifista come me (che aborro ogni guerra  come principio) domandarsi
quanto sia giusto conquistarsi la libertà sempre con la violenza, se non ci siano veramente mai altre possibilità. Allora mi sono ricordata ( e sono andata a rileggerlo) cosa diceva Kant

“Umanità è dignità”

Emmanul Kant, filosofo tedesco, meglio di ogni altro ha reso l’idea del concetto di “dignità della persona” (o “dignitas”): non a caso straordinario pensatore a cui si devono, in gran parte, le teorie moderne a fondamento del riconoscimento universale dei diritti umani (il cui rispetto Kant fa coincidere proprio con la tutela della dignità umana).
Per il filosofo tedesco “l’umanità è essa stessa dignità”, ossia: 

- l’uomo non può mai ridursi ad essere trattato dall’uomo stesso come un semplice “mezzo”       
- bensì deve essere trattato sempre anche come un “fine”.  

“L’uomo considerato come persona -sostiene Kant- è al di sopra di ogni prezzo”, ossia non può mai essere considerato come un “mezzo” (né per fini altrui né per fini propri!).
La dignità dell’uomo, dunque, consiste in un “valore intrinseco assoluto” che impone a tutti gli altri esseri ragionevoli (ossia umani) il rispetto:

 -  sia della propria persona 
 -  che della persona altrui (con cui ci si deve misurare alla pari).

“Il rispetto che ho per gli altri -scrive Kant- è il riconoscimento della dignità che è negli altri”:

- disprezzare gli altri, pertanto, è negare il rispetto dovuto in generale a qualsiasi uomo!

Partendo da tali presupposti, Kant arriva a sostenere che è contrario al concetto di dignità persino punire in modo disumano l’uomo più maligno che esista: “pene infamanti disonorano tutta l’umanità”!
Il pensiero kantiano, in realtà, non è del tutto nuovo nella storia dell’uomo: a tratti, anzi, sembra la traduzione in termini filosofici di idee già espresse nei Vangeli, ove Cristo esorta ad amare “il prossimo tuo come te stesso” (Matteo, 22,39) ed a considerare l’altro alla stregua del proprio io!
Nonostante ciò, Kant non può essere considerato un fautore della “non violenza” o del pacifismo “in assoluto” (“senza se e senza ma”, si direbbe oggi!).
Per il filosofo tedesco, infatti, dovere di ogni essere umano è:

-   non solo rispettare la dignità altrui 
-  ma anche rispettare (e far rispettare) la propria dignità!

Ragion per cui l’appello di Kant non è affatto un invito alla rassegnazione o alla sottomissione alle ingiustizie ed ai soprusi: egli, infatti, considera non solo un “diritto” bensì un “dovere” rifiutare di asservirsi a chiunque tenti di usarci come mero strumento nelle sue mani, negando la nostra qualità umana di “persona”!
Finanche nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (art. 3), così, si giungerà a riconoscere

- il diritto dell’uomo “a ribellarsi alla oppressione ed alla tirannide”!

(pensieri tratti dagli scritti kantiani “Fondazione della metafisica dei costumi” del 1785 e “Metafisica dei costumi” del 1797).

Questo vale sia per le rivoluzioni
che per il libero diritto alle migrazioni!


domenica 21 agosto 2011

Ogni desiderio ci lega a se...


 

Desiderare è un pò come mettersi li ad aspettare...
magari l'oggetto del desiderio non c'entra per niente, oppure solo in minima parte.
E' l'apertura... quando ti metti a chiedere, ciò che crea il vuoto; quella
richiesta che deve essere soddisfatta, quella domanda che attende risposta...
E' questo quello che lega al tormento, solo il desiderio di essere
colmati della nostra mancanza che abbiamo avuto il coraggio o
l'incoscienza di mostrare al mondo,ma, cosa più importante,
che abbiamo mostrato e reso reale a noi stessi.
Un certo momento ti dici: mi manca questo, mi manca quello… ecco
cosa vorrei...
Finche tieni questo pensiero chiuso tra le mani, finche resta solo tuo,
finche lo proteggi, resta in quel limbo, lì dove sono tutti i sogni,
in quella irrealtà che non sconfina, che non fa male.
Un bel giorno però ti apri, chiedi... e cominci ad aspettare.
Aspetti che il tuo desiderio venga soddisfatto.
Soffri di questa mancanza perchè con l'apertura ti sei reso vulnerabile
e cominci a soffrire di un male che non ha ragione d'essere, come non
ce l'hanno tutti quei pensieri che invece di saziare, affamano.
Pensieri che saziano...solo di questi ci si può nutrire veramente.
Li riconosci subito...dilagano dolcezza nel cuore, non contengono
domande,non aspettano niente, attraversano l'anima e ricuciono ogni
tuo strappo, riuniscono tutte le tue frammentazioni.
Pensieri che saziano, di questi ho bisogno... e questi sto aspettando,
giorno dopo giorno in una solitudine che è pienezza... che è vita.



venerdì 19 agosto 2011

A mio padre

I vecchi...un passato di dolore e sofferenze, i vecchi...un presente di emozioni perse e occhi vuoti d'amore...i vecchi... un futuro che non gli appartiene...fuggono tra le stelle e un bicchiere di vino amaro
                                                 
Amarezza

Non c’è bisogno di dare
La parola alle tue labbra
Te lo leggo negli occhi
Mentre bevo con te l’amarezza
Che ti avvelena il cuore
Guardando il tuo animo ferito
Senza più lacrime
Agli angoli degli occhi
Lasci cadere i sogni di padre
Rimpianti di vita passata
Sprecata su sogni incompiuti
Mentre raccogli con lo sguardo
Immagini di fallimenti
Come In una fotografia sbiadita
Nel silenzio vagano i pensieri
E tu grande quercia
Ti accartocci come foglia
Il dolore è muto….non è orgoglio
 è silenzio che morde.

     



giovedì 18 agosto 2011

Questo è l'unico posto dove  vorrei essere in questo momento
non ci sono alternative...o li...o a casa mia.


E infatti sono a casa!

E' ora di cambiare musica....


Quando ti ritrovi a dire: “adesso basta… adesso è troppo” questo troppo sembra proprio deriderti e imperterritodivertirsi a sfidarti .Vorresti opporti con tutte le tue forze ma i tuoi fragili sforzi sembrano incrementare soltantolasua prepotenza e ti ritrovi malgrado le fatiche, i ripetuti e sempre fallimentari tentativi di riprendere in mano iltuodestino, a doverti piegare al suo volere a trascorrere la tua vita costantemente legata ad un filo in precario equilibrio
A volte vorresti che quel dannato filo si spezzasse, catapultandoti nel buio dell’oscurità…che ora come ora non ti spaventa affatto.
Poi in uno slancio d’amore x te stessa (recuperato chissà dove) ci riprovi ancora una volta…
“Il meglio forse è solo dietro l’angolo” un ultimo sforzo, ti dici, e ricominci a camminare, finendo per sentirti come una turista che per caso si ritrova in un luogo tragicamente deserto ma ode giungere note lontane.
Sono le dolci note di un pianoforte che non scopri mai dove si trova…
La sua musica ti prende e ti scuote nel profondo riesce a farti ancora sognare ad illuderti ma sembra proprio che tu sia l’unica ad udirle. Seguendole perdi nuovamente la strada. I tuoi sono i patetici tentativi di una donna sola, spaurita, immersa in un totale stato di in certezza dove i pensieri e le illusioni producono solo confusione …ma continui a seguirle quelle maledette note. Vorresti afferrarle con le mani per imprigionarle nella tua vita…per sempre. Vorresti imprigionare ciò che non hai…una musica che renda leggero il tuo essere che lo liberi da pensieri che non ti appartengono e che soprattutto che non ti rappresentano. Una musica che soave aleggi fermandosi laddove ci sia qualcuno in grado udirla, accoglierla, afferrando il senso più accorato di quelle note.
La musica interiore nasce dalla parte più profonda e intima di chi la compone, poi si espande
si dilata e vaga per unirsi ad altre in sempre nuove melodie, purtroppo però, attraversando prove immani e cuori sordi si disperde, si indebolisce, poco a poco rinuncia al suo vero contenuto mutandosi infine in un sibilo che perde la sua intensità e il suo significato.
E’allora che ti rendi conto di non essere altro che un’inutile nota stonata di un pentagramma privo di senso.
Forse è arrivato il momento di raccogliere le tue note, di prendere in mano il tuo insensato pentagramma, pensare ad un altro modo di comporre il brano della tua vita…
che, se vuoi far pervenire agli altri la tua melodia…
E'
giunto
il
tempo
di
cambiare
musica





martedì 16 agosto 2011

Bolle di sapone colorano i nostri sogni




Bolle di sapone colorano i nostri sogni
che volano leggeri al vento dei pensieri.
Bolle di sapone le nostre vite e le nostre speranze
che effimere si dissolvono a volte in pochi secondi.
Seguendo le volute dei pensieri
sulla direzione da dare alla propria vita
talvolta c'è rischio di perdersi dimenticandosi di viverla
Eppure ogni tanto è bene lasciar riposare i pensieri
sotto una coltre di oblio
dove il dolore è solo un piccolo rumore ovattato
............................lontano dal cuore.




lunedì 25 luglio 2011

Politics, poetry and peace - Alberto Cacopardo: They broke their backs lifting Moloch to Heaven! -...

Riporto fedelmente un post di Alberto Cacopardo, per altro già presente nei link dei blog che seguo, ma è talmente interessante e da parte mia completamente condivisibile che non ho potuto resistere dal proporvelo.
Spero che il sig Cacopardo non abbia nulla da obbiettare (del resto se ha fatto del suo pensiero un blog aperto dovrebbe essere lieto di un a maggiore diffusione)
Se così non fosse basterà che me lo faccia sapere e lo rimoverò immediatamente
Politics, poetry and peace - Alberto Cacopardo: They broke their backs lifting Moloch to Heaven! -...: "L’attacco che è in corso all’Italia e all’Europa è il più audace e massiccio mai tentato sulla scena della finanza mondiale. Non è detto che..."

I richiamo del mare

 
Da troppo tempo non respiro più i suoi profumi, non mi ricarico della sua potenza. 
E' come un richiamo ancestrale, un bisogno prepotente di rientrare in contatto con l'acqua infinita .
Devo far risalire la marea che c'è dentro di me, emozione, forza........vita.



       È il tempo, è la vita che ci dà la forza di guardare sempre avanti
       che ci fa vivere di fronte a una speranza e ci crea nuovi orizzonti nel futuro
       E’ la libertà della vita che si tramuta in cuore e ci fa gioire.   
       È il sorriso di un delfino che ci sussurra l'infinito,
       il buio dei confini,  la luce degli abissi, il mare dell'amore e l'amore del mare.
       E’ il canto soave della  balena  che unisce in se maestosità
       e leggerezza ,serenità e timore, potenza e melodia
       È l'immagine serena di un beluga che nuota che si fa veicolo
       della fantasia, bizzarra, profonda, infinita, reale, sonora...
       E’ quel tenace gabbiano che vuole volare, librarsi nel cielo, garrire lontano.
       Ali per volare, ali per pensare, ali per viaggiare, ali per nuotare veloce,
       ali per accudire il mare, ali blu, ali di manta, ali di pace
       e di echi profondi, di spazi grandi e piccoli granelli, di rocce dure ed alghe allegre,
       ali per la vita che vibra, che frastorna ….che ci chiama.

domenica 24 luglio 2011

"Io sono responsabile della mia rosa..", ripetè il piccolo principe per ricordarselo.

Credo che tutti noi conosciamo dai tempi dell'infanzia (o anche da adulti..perchè no) questo splendido libro di   Antoine de Saint-Exupéry  e forse ce lo siamo dimenticato.
Ci sono momenti in cui sarebbe proprio necessario rileggerlo


Il piccolo principe ci insegna che cos'è l'amicizia.



Che cos'è l'amicizia?
È la consapevolezza che qualcosa più che essere importante per noi, sia invece importante per lui, la necessità di sapere che tra le sue braccia, tutto andrà bene, la voglia di proteggerlo dai pericoli della vita, seppure comunque non potremo evitare che alla fine il serpente giallo lo morda e lo porti via. Si, perché tanto alla fine, seppur lontano e invisibile, lui continuerà a far sorridere le stelle..
Il piccolo principe incontra sulla terra una volpe, che gli spiegherà che cosa vuol dire il termine "addomesticare" e gli farà comprendere il valore profondo e il legame solido che può instaurarsi tra due persone, un senso di protezione reciproco che riuscirà persino a spazzar via la tristezza davanti allo spettacolo di un tramonto.


"Tratto da "Il piccolo principe"
In quel momento apparve la volpe.

"Buon giorno", disse la volpe.

"Buon giorno", rispose gentilmente il principe, voltandosi, ma non vide nessuno.

"Sono qui", disse la voce, "sotto il melo.."

"Chi sei", domandò il piccolo principe. "Sei molto carino.."

"Sono una volpe", disse la volpe.

"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, "sono così triste.."
"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomesticata."

"Ah! scusa", fece il piccolo principe.

Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:

"Che cosa vuol dire, 'addomesticare'?"

"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"

"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. "Che cosa vuol dire 'addomesticare'?"

"Gli uomini", disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"

"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire 'addomesticare'?"
"È una cosa da molto dimenticata. vuol dire 'creare dei legami'.."

"Creare dei legami?"

"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."

"Comincio a capire", disse il piccolo principe. "C'è un fiore.. credo che mi abbia addomesticato.."

"È possibile", disse la volpe. "Capita di tutto, sulla Terra.."

"Oh! non è sulla Terra", disse il piccolo principe.

La volpe sembrò perplessa.

"Su un altro pianeta?"

"Sì."
"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"

"No."

"Questo mi interessa! E delle galline?"

"No."

"Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.

Ma la volpe ritornò alla sua idea:

"La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù, in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane, e il grano, per me, è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticata. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano.."

La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:

"Per favore.. addomesticami", disse.

"Volentieri", rispose il piccolo principe, "ma non
ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose."

"Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!"

"Che bisogna fare?", domandò il piccolo principe.

"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti siederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino.."

Il piccolo principe ritornò l'indomani.

"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore.. Ci vogliono i riti."

"Che cos'è un rito?", disse il piccolo principe.

"Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza."

Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina:

"Ah!", disse la volpe, "piangerò.."

"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi.."

"È vero", disse la volpe.

"Ma piangerai!", disse il piccolo principe.
"È certo", disse la volpe.

"Ma allora che ci guadagni?"

"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano."

Poi soggiunse:

"Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto."

Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.

"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico, ed ora è per me unica al mondo."

E le rose erano a disagio.

"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perchè è lei che io ho innaffiata. Perchè e lei che ho riparata col paravento. Perchè su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perchè è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perchè è la mia rosa."

E ritornò dalla volpe.
"Addio", disse.

"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi."

"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripetè il piccolo principe per ricordarselo.

"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante."

"È il tempo che ho perduto per la mia rosa..", sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.

"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa.."

"Io sono responsabile della mia rosa..", ripetè il piccolo principe per ricordarselo.