OGNI GIORNO IL TUO DESTINO CAMBIA

Ogni giorno il tuo destino cambia, cambiano le informazioni che ti formano il pensiero, i sentimenti che ti accarezzano o ti spezzano il cuore. Cambia lo scenario in cui ti poni e ti proponi, cambia il tuo ruolo nella recita infinita della vita: un giorno regista, un'altro protagonista, un'altro ancora semplice comparsa.
C'è il momento del silenzio, assordante x te ma per gli altri solo silenzio; poi ci sono i giorni in cui la rabbia hai voglia di urlarla in faccia al mondo e poi c'è la ragione che analizza, placa e ricompone gli equilibri e si ricomincia da capo.



























































lunedì 22 agosto 2011

il diritto dell’uomo “a ribellarsi alla oppressione ed alla tirannide”!



I "ribelli" libici hanno conquistato Tripoli.

Inevitabile per una pacifista come me (che aborro ogni guerra  come principio) domandarsi
quanto sia giusto conquistarsi la libertà sempre con la violenza, se non ci siano veramente mai altre possibilità. Allora mi sono ricordata ( e sono andata a rileggerlo) cosa diceva Kant

“Umanità è dignità”

Emmanul Kant, filosofo tedesco, meglio di ogni altro ha reso l’idea del concetto di “dignità della persona” (o “dignitas”): non a caso straordinario pensatore a cui si devono, in gran parte, le teorie moderne a fondamento del riconoscimento universale dei diritti umani (il cui rispetto Kant fa coincidere proprio con la tutela della dignità umana).
Per il filosofo tedesco “l’umanità è essa stessa dignità”, ossia: 

- l’uomo non può mai ridursi ad essere trattato dall’uomo stesso come un semplice “mezzo”       
- bensì deve essere trattato sempre anche come un “fine”.  

“L’uomo considerato come persona -sostiene Kant- è al di sopra di ogni prezzo”, ossia non può mai essere considerato come un “mezzo” (né per fini altrui né per fini propri!).
La dignità dell’uomo, dunque, consiste in un “valore intrinseco assoluto” che impone a tutti gli altri esseri ragionevoli (ossia umani) il rispetto:

 -  sia della propria persona 
 -  che della persona altrui (con cui ci si deve misurare alla pari).

“Il rispetto che ho per gli altri -scrive Kant- è il riconoscimento della dignità che è negli altri”:

- disprezzare gli altri, pertanto, è negare il rispetto dovuto in generale a qualsiasi uomo!

Partendo da tali presupposti, Kant arriva a sostenere che è contrario al concetto di dignità persino punire in modo disumano l’uomo più maligno che esista: “pene infamanti disonorano tutta l’umanità”!
Il pensiero kantiano, in realtà, non è del tutto nuovo nella storia dell’uomo: a tratti, anzi, sembra la traduzione in termini filosofici di idee già espresse nei Vangeli, ove Cristo esorta ad amare “il prossimo tuo come te stesso” (Matteo, 22,39) ed a considerare l’altro alla stregua del proprio io!
Nonostante ciò, Kant non può essere considerato un fautore della “non violenza” o del pacifismo “in assoluto” (“senza se e senza ma”, si direbbe oggi!).
Per il filosofo tedesco, infatti, dovere di ogni essere umano è:

-   non solo rispettare la dignità altrui 
-  ma anche rispettare (e far rispettare) la propria dignità!

Ragion per cui l’appello di Kant non è affatto un invito alla rassegnazione o alla sottomissione alle ingiustizie ed ai soprusi: egli, infatti, considera non solo un “diritto” bensì un “dovere” rifiutare di asservirsi a chiunque tenti di usarci come mero strumento nelle sue mani, negando la nostra qualità umana di “persona”!
Finanche nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (art. 3), così, si giungerà a riconoscere

- il diritto dell’uomo “a ribellarsi alla oppressione ed alla tirannide”!

(pensieri tratti dagli scritti kantiani “Fondazione della metafisica dei costumi” del 1785 e “Metafisica dei costumi” del 1797).

Questo vale sia per le rivoluzioni
che per il libero diritto alle migrazioni!


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